Roby Facchinetti in prima linea contro il cancro

Durante l’ultimo anno e mezzo ognuno di noi l’ha sperimentato. «Basta un niente, un nemico invisibile che alza la cresta da un giorno all’altro, ed eccoci in prima linea impegnati a difendere il benessere quotidiano. E allora io dico: non snobbiamo la prevenzione».

A dirlo è la voce (e che voce!) di uno strepitoso artista: Roby Facchinetti, compositore e tastierista dei mitici Pooh. Ligio al suo pensiero, ha deciso di sottoporsi a un innovativo esame strumentale che va sempre più affermandosi nel campo della diagnosi precoce dei tumori: si chiama Dwb, ovvero Diffusion Whole Body. Il compianto Umberto Veronesi diceva che tre erano i tavoli sui quali si gioca l’eterna partita contro il cancro.

Alla base c’è l’umanizzazione del rapporto tra il medico e il suo paziente; la seconda cruciale linea di fuoco è l’avanzamento delle terapie oncologiche; in pole position svetta la diagnosi precoce. Perché la verità è risaputa: quanto prima viene scovato un tumore sul nascere, maggiore è la probabilità di debellarlo. Di guarire. E alla luce di questa granitica nozione, Veronesi sognava. Sognava l’avvento di un esame, di una Risonanza magnetica super evoluta, una sorta di scanner capace di svelare la malattia silente esplorando l’organismo umano nella sua interezza e in una manciata di minuti. Di più: senza somministrare radiazioni o iniettare mezzi di contrasto nelle vene.

Quel test è adesso una tangibilissima realtà. Tra i primi centri a impiegare la Dwb c’è per l’appunto l’Istituto Europeo di Oncologia fondato a Milano da Veronesi: dal 2009 la Dwb è stata usata per sorvegliare i soggetti in cura e ad alto rischio di sviluppare metastasi occulte (come quelle che possono scaturire da un melanoma). Merito dell’alacre lavoro di un medico radiologo siciliano, il professor Giuseppe Petralia, direttore dell’Unità di Imaging di Precisione e Ricerca allo Ieo e primo autore delle linee guida internazionali sulla Dwb (denominate Onco-Rads), pubblicate un mese fa su Radiology, la più prestigiosa rivista scientifica del settore.

Gli chiediamo: che cos’ha di speciale quest’esame? «Dai numerosi studi sui pazienti oncologici è chiaramente emerso che la Dwb ottiene risultati diagnostici paragonabili a quelli forniti dalla Tac e dalla Pet, ma ha il grande vantaggio di non utilizzare radiazioni ionizzanti né liquidi di contrasto, e di essere perciò del tutto sicura», risponde Petralia. «Per questa sua innocuità, noi la proponiamo oggi anche alle persone asintomatiche».

Qui sta la visione di Veronesi che diventa realtà moderna: estendere alla popolazione sana la possibilità di sottoporsi a un test che apre una “finestra” sul corpo, per stanare un tumore nascente (di appena 3-4 millimetri) e avviare alla svelta le cure del caso. Ci si sdraia su un lettino, in costante contatto audio e video con l’operatore, e in una mezz’ora la macchina ci scandaglia, fornendo una ricostruzione corporea tridimensionale e panoramica.

Non è uno scenario futuro: diverse realtà eccellenti nel globo (a Londra, Los Angeles, New York, Atlanta, Vancouver, Hong Kong) offrono quest’opportunità alle persone non sintomatiche. E in Italia, oltre allo Ieo, ha creduto nelle potenzialità della Dwb sugli individui sani il centro diagnostico privato Asc, Advanced Screening Centers, sorto nel 2017 a Castelli Calepio (Bergamo) grazie a una cordata di imprenditori da sempre attiva nella lotta contro i tumori.

Con la consulenza degli specialisti dello Ieo, Asc ha effettuato in quattro anni circa 4 mila esami, collezionando così la più ampia casistica mondiale relativa ai soggetti asintomatici. Per la cronaca, uno studio in via di pubblicazione che ha coinvolto i primi 1.500 casi segnala una quarantina di tumori maligni accertati: oltre il 2 per cento del campione, in definitiva, aveva senza saperlo una neoplasia in fase iniziale. «Mammografia, Pap-test e ricerca del sangue occulto nelle feci sono gli accertamenti che consentono di diagnosticare precocemente tre tumori diffusi: alla mammella, all’utero e al colon», commenta Petralia.

«Ma non esisteva un’indagine che sondasse in una solo seduta tutti gli altri organi: i reni, il pancreas, le ossa, il fegato… La Dwb ci riesce, senza però sostituirsi agli esami di screening classici offerti dal Servizio sanitario». «Sono venuto a conoscenza di questo test col passaparola», ci racconta Facchinetti. «È stata mia moglie a parlarmene, dopo una chiacchierata con un amico che le aveva riferito come fosse stato possibile, grazie alla Dwb, svelare per tempo un cancro. Avevo subito intuito che si trattava di un’indagine davvero nuova, in grado di salvarti la vita», prosegue il musicista. «E allora non ci abbiamo pensato su due volte, perché quando c’è di mezzo la salute non bisogna lasciarsi sopraffare dal pensiero che “meno so, meglio sto”. Il corpo va ascoltato». Parole che, dette da un signore del pentagramma, acquistano un peso quasi simbolico: dovremmo tutti imparare l’importanza di prendersi il giusto tempo (insistendo sulla metafora musicale) per individuare e correggere qualche possibile… nota sbagliata.


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